Vera Meneguzzo on « stira e sukha » il piacere nella disciplina tradotto dal sanscrito installazione di Aliki Polydor
ex-Macello Verona
L’ installazione luminosa e profumata di Aliki Polydor, come il piacere nella disciplina, una affermazione della necessità del rigore per guadagnare un momento di delizia, nell’impronta di « piedi per terra » sotto l’ondeggiare di una gomma siliconata cosparsa di frammenti di peperoncino. E come il tappetino di resina rigida spolverato di chiodi di garofano che emana un gradevole aroma ogni volta che qualcuno ci cammina sopra. Una diversa maniera di trattare la materia resinosa e sintetica, sottratta alla sua anonimità e caricata di significati su cui pensare e di delicatezze sensoriali.
Una inventiva che si raccorda agli acrilici sulle pareti di questo spazio bellissimo del l’ex-Macello. Quadri singoli, dittici e polittici rimandano a forme antropomorfe – cosce, seni – dominate dal prediletto color Magenta e del colore pigmentato rame, ora diluiti quasi in trasparenza, ora aggrumati in piccoli cespugli materici. Opere dove, la carta fuoriesce in ali e nodi con l’uso del materiale sintetico che Aliki stessa confeziona e miscela nel suo workshop. Tutto questo diventa una seta strappata per lasciare alla fantasia la libertà dei sensi.
La luce rimane quella. 6500°Kelvin come lo dice…Luce vicino alla luce del giorno.
La luce rimane quella. 6500°Kelvin come lo dice…Luce vicino alla luce del giorno.